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Lost - 2a Parte
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Lost - 2a Parte
Seconda parte dell'analisi di Lost
L’incontro dei sopravvissuti con “gli altri”, il singolare modo di chiamarli proprio “altri”, la diffidenza nei loro confronti apre la porta alla domanda latente dentro molti di noi sulla possibilità di presenza di “altri” nell’Universo. Questa, secondo me, è una delle grandezze di Lost: metterci di fronte a uno dei grandi interrogativi atavici dell’uomo, ” Noi siamo soli?”. Si paventa quindi la possibilità di non essere soli, la possibilità che esistano “altri” oltre noi nel nostro mondo, e in Lost si manifesta anche la presunzione che noi e non gli altri siamo i buoni. Lo scorrere della storia ci dimostrerà che nulla è come sembra e che il buono può trasformarsi in cattivo e viceversa, rendendo possibile il capovolgimento improvviso delle situazioni e il cambiamento dell’animo umano.
Sicuramente hanno una importanza primaria i protagonisti attorno ai quali ruota la trama di Lost.
I sopravvissuti al disastro aereo sono 72 (71 più il cane) sparsi per le tre sezioni in cui si è spaccato l’aereo,ma sono quattordici quelli che vengono delineati come principali nella prima serie. Ognuno di loro ha il suo apporto da dare all’isola e si trova tra i dispersi per un motivo e con uno scopo preciso. Ognuno ha alle spalle un vissuto particolare, un segreto che rende il suo bagaglio interiore difficile e probabilmente si trova nell’isola per cercare il modo di espiare e superare il passato. A mio avviso, ognuno di loro rappresenta un prototipo di uomo con caratteristiche ben delineate che possono variare nel corso della serie e che fanno di ciascuno dei protagonisti principali qualcuno con cui di volta in volta operare un processo di identificazione.
Jack Shepard è il primo con cui veniamo a contatto, è suo l’occhio che si apre all’inizio della serie e sempre suo l’occhio che chiude il sipario su Lost. Jack è un chirurgo che affronta problemi irrisolti con il padre, la cui salma si trova anch’essa sull’aereo. Si delinea subito come un leader per i sopravvissuti, sia per le sue doti mediche che organizzative. In lui possiamo riconoscere doti di grande condottiero, capace di organizzare la vita dei suoi compagni, altruista, attore di grandi gesti ma pur sempre un uomo con debolezze ed errori che a volte pagano gli altri per lui. Jack è il perno intorno a cui ruota la storia, il prescelto per la successione di Jacob nell’isola e l’ultimo ad avere la consapevolezza del destino che li attende all’interno della chiesa.
Accanto a lui troviamo: Sawyer, truffatore di professione in cerca dell’uomo che ha spinto suo padre all’omicidio della madre ed al suicidio, personalità forte e solitaria, schivo e malfidato verso tutto e tutti ; Kate, una giovane fuggitiva; Charlie, ex rockstar ed ex tossicodipendente che grazie all’isola comprende quanto sia importante avere fiducia in se stesso; Claire, giovane ragazza madre ed Aroon,suo figlio, partorito nell’isola; Sajid, che prima del disastro è stato in servizio nella guardia repubblicana e si occupava di interrogare i prigionieri tramite tortura; Hugo, sfortunato vincitore della lotteria, personaggio che a mio avviso incarna l’ingenuità e in un certo qual modo anche la purezza d’animo, la semplicità e sarà proprio lui ad occuparsi delle sorti dell’isola al posto di Jack; Boone e Shannon, due fratellastri; Michael e Walt, padre e figlio che stanno iniziando a conoscersi e a stabilire un rapporto tra loro; Sun e Jin, due coniugi coreani che scopriranno di aspettare un figlio proprio durante la loro permanenza sull’isola; Rose, donna malata di cancro che miracolosamente guarisce nell’isola e che ritrova il marito, anch’egli sopravvissuto nella sezione di coda e con cui deciderà di non tornare nel continente; infine John Locke, uno dei personaggi più misteriosi, il primo esempio delle redenzioni avvenute nell’isola, (si trova guarito dalla paralisi che lo bloccava prima di precipitare), e colui che si convince, proprio forse in virtù della miracolosa guarigione, che ciascuno di loro è li per un motivo ben preciso.
Oltre a questi primi personaggi troviamo i sopravvissuti della sezione di coda del volo Oceanic 815, tra i quali menziono solo Mr Eko, non perché abbia una importanza diversa rispetto agli altri (secondo me ognuno dei personaggi con cui veniamo a contatto è studiato perché lo spettatore possa riconoscersi in lui e rappresenta una piccola parte dell’universo umano), ma perché, tra i “minori”, è quello che preferisco, con le sue contraddizioni interne ed esterne e i suoi pentimenti.
Accanto ai sopravvissuti del volo veniamo di volta in volta in contatto con “Gli altri”, abitanti fissi dell’isola; con l’equipaggio del cargo Kahana; con i sopravvissuti del volo Ajira 316(il volo che riporta Jack e coloro che erano tornati nel continente sull’isola). Durante i salti temporali incontriamo i membri del progetto Dharma, e durante i flash back e i flash forward conosciamo gli amici ed i familiari dei protagonisti.
I protagonisti si ritroveranno soli contro le proprie incertezze, dubbi, paure, dovranno trovare una forza interiore per superare i sospetti, i dubbi e i terribili misteri che l’isola sembra nascondere, e impareranno a loro spese che niente è come sembra e che chiunque ha dei segreti da nascondere.
Se vogliamo dare a questa serie televisiva una lettura in chiave esoterica (Che è la chiave di lettura che ho cercato e applicato io man mano che la serie aveva il suo corso), tutte le peripezie in cui incorrono i naufraghi nell’arco della vicenda possono essere viste come il percorso di ogni individuo verso la comprensione del mondo, verso l’illuminazione. In questi termini allora acquista un senso la grotta di luce, il bene (o male) assoluto che necessita di un protettore affinchè se ne possa fare un giusto uso. Il superamento di ogni difficoltà sancisce un passo verso la luce, coloro che si adatteranno alle “Contingenze” rappresentano quella parte di umanità che si lascia distrarre e perde di vista il fine ultimo della creazione. Quando i candidati giungono alla grotta la serie giunge al suo epilogo, ciò che per cinque serie non era visibile … “Non potevi vederla perché non eri pronto…”, viene alla luce, la ricerca della verità sembrerebbe conclusa. Il percorso fatto dai protagonisti giunge alla sua naturale conclusione e, nonostante Jack sia il candidato prescelto, sarà Hugo ad occuparsi della luce, incarnazione dell’ingenuità, ma anche di un immenso cuore e di una capacità di perdono e accettazione degli altri e del suo destino davvero straordinaria.
Nella terza e ultima parte vedremo come, con un'approfondita ricerca, sia avvallata questa chave di lettura.
L’incontro dei sopravvissuti con “gli altri”, il singolare modo di chiamarli proprio “altri”, la diffidenza nei loro confronti apre la porta alla domanda latente dentro molti di noi sulla possibilità di presenza di “altri” nell’Universo. Questa, secondo me, è una delle grandezze di Lost: metterci di fronte a uno dei grandi interrogativi atavici dell’uomo, ” Noi siamo soli?”. Si paventa quindi la possibilità di non essere soli, la possibilità che esistano “altri” oltre noi nel nostro mondo, e in Lost si manifesta anche la presunzione che noi e non gli altri siamo i buoni. Lo scorrere della storia ci dimostrerà che nulla è come sembra e che il buono può trasformarsi in cattivo e viceversa, rendendo possibile il capovolgimento improvviso delle situazioni e il cambiamento dell’animo umano.
Sicuramente hanno una importanza primaria i protagonisti attorno ai quali ruota la trama di Lost.
I sopravvissuti al disastro aereo sono 72 (71 più il cane) sparsi per le tre sezioni in cui si è spaccato l’aereo,ma sono quattordici quelli che vengono delineati come principali nella prima serie. Ognuno di loro ha il suo apporto da dare all’isola e si trova tra i dispersi per un motivo e con uno scopo preciso. Ognuno ha alle spalle un vissuto particolare, un segreto che rende il suo bagaglio interiore difficile e probabilmente si trova nell’isola per cercare il modo di espiare e superare il passato. A mio avviso, ognuno di loro rappresenta un prototipo di uomo con caratteristiche ben delineate che possono variare nel corso della serie e che fanno di ciascuno dei protagonisti principali qualcuno con cui di volta in volta operare un processo di identificazione.
Jack Shepard è il primo con cui veniamo a contatto, è suo l’occhio che si apre all’inizio della serie e sempre suo l’occhio che chiude il sipario su Lost. Jack è un chirurgo che affronta problemi irrisolti con il padre, la cui salma si trova anch’essa sull’aereo. Si delinea subito come un leader per i sopravvissuti, sia per le sue doti mediche che organizzative. In lui possiamo riconoscere doti di grande condottiero, capace di organizzare la vita dei suoi compagni, altruista, attore di grandi gesti ma pur sempre un uomo con debolezze ed errori che a volte pagano gli altri per lui. Jack è il perno intorno a cui ruota la storia, il prescelto per la successione di Jacob nell’isola e l’ultimo ad avere la consapevolezza del destino che li attende all’interno della chiesa.
Accanto a lui troviamo: Sawyer, truffatore di professione in cerca dell’uomo che ha spinto suo padre all’omicidio della madre ed al suicidio, personalità forte e solitaria, schivo e malfidato verso tutto e tutti ; Kate, una giovane fuggitiva; Charlie, ex rockstar ed ex tossicodipendente che grazie all’isola comprende quanto sia importante avere fiducia in se stesso; Claire, giovane ragazza madre ed Aroon,suo figlio, partorito nell’isola; Sajid, che prima del disastro è stato in servizio nella guardia repubblicana e si occupava di interrogare i prigionieri tramite tortura; Hugo, sfortunato vincitore della lotteria, personaggio che a mio avviso incarna l’ingenuità e in un certo qual modo anche la purezza d’animo, la semplicità e sarà proprio lui ad occuparsi delle sorti dell’isola al posto di Jack; Boone e Shannon, due fratellastri; Michael e Walt, padre e figlio che stanno iniziando a conoscersi e a stabilire un rapporto tra loro; Sun e Jin, due coniugi coreani che scopriranno di aspettare un figlio proprio durante la loro permanenza sull’isola; Rose, donna malata di cancro che miracolosamente guarisce nell’isola e che ritrova il marito, anch’egli sopravvissuto nella sezione di coda e con cui deciderà di non tornare nel continente; infine John Locke, uno dei personaggi più misteriosi, il primo esempio delle redenzioni avvenute nell’isola, (si trova guarito dalla paralisi che lo bloccava prima di precipitare), e colui che si convince, proprio forse in virtù della miracolosa guarigione, che ciascuno di loro è li per un motivo ben preciso.
Oltre a questi primi personaggi troviamo i sopravvissuti della sezione di coda del volo Oceanic 815, tra i quali menziono solo Mr Eko, non perché abbia una importanza diversa rispetto agli altri (secondo me ognuno dei personaggi con cui veniamo a contatto è studiato perché lo spettatore possa riconoscersi in lui e rappresenta una piccola parte dell’universo umano), ma perché, tra i “minori”, è quello che preferisco, con le sue contraddizioni interne ed esterne e i suoi pentimenti.
Accanto ai sopravvissuti del volo veniamo di volta in volta in contatto con “Gli altri”, abitanti fissi dell’isola; con l’equipaggio del cargo Kahana; con i sopravvissuti del volo Ajira 316(il volo che riporta Jack e coloro che erano tornati nel continente sull’isola). Durante i salti temporali incontriamo i membri del progetto Dharma, e durante i flash back e i flash forward conosciamo gli amici ed i familiari dei protagonisti.
I protagonisti si ritroveranno soli contro le proprie incertezze, dubbi, paure, dovranno trovare una forza interiore per superare i sospetti, i dubbi e i terribili misteri che l’isola sembra nascondere, e impareranno a loro spese che niente è come sembra e che chiunque ha dei segreti da nascondere.
Se vogliamo dare a questa serie televisiva una lettura in chiave esoterica (Che è la chiave di lettura che ho cercato e applicato io man mano che la serie aveva il suo corso), tutte le peripezie in cui incorrono i naufraghi nell’arco della vicenda possono essere viste come il percorso di ogni individuo verso la comprensione del mondo, verso l’illuminazione. In questi termini allora acquista un senso la grotta di luce, il bene (o male) assoluto che necessita di un protettore affinchè se ne possa fare un giusto uso. Il superamento di ogni difficoltà sancisce un passo verso la luce, coloro che si adatteranno alle “Contingenze” rappresentano quella parte di umanità che si lascia distrarre e perde di vista il fine ultimo della creazione. Quando i candidati giungono alla grotta la serie giunge al suo epilogo, ciò che per cinque serie non era visibile … “Non potevi vederla perché non eri pronto…”, viene alla luce, la ricerca della verità sembrerebbe conclusa. Il percorso fatto dai protagonisti giunge alla sua naturale conclusione e, nonostante Jack sia il candidato prescelto, sarà Hugo ad occuparsi della luce, incarnazione dell’ingenuità, ma anche di un immenso cuore e di una capacità di perdono e accettazione degli altri e del suo destino davvero straordinaria.
Nella terza e ultima parte vedremo come, con un'approfondita ricerca, sia avvallata questa chave di lettura.
Silvia- Messaggi : 22
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